"Nondimeno, il gusto, così come la natura ce l’ha concesso, è ancora quello fra i nostri sensi che, tutto ben considerato, ci procura il maggior numero di godimenti: 1. Perché il piacere di mangiare è il solo che, preso con moderazione, non è seguito da stanchezza; 2. Perché è d’ogni tempo, d’ogni età e d’ogni condizione; 3. Perché torna di necessità almeno una volta al giorno e in un giorno può essere ripetuto, senza danno, due o tre volte; 4. Perché può mescolarsi a tutti gli altri piaceri e anche consolarci della loro mancanza; 5. Perché le impressioni che esso riceve sono a un tempo più durevoli e più dipendenti dalla nostra volontà; 6. Infine perché mangiando proviamo un certo benessere indefinibile e particolare che ci deriva dall'istintiva conoscenza che mangiando compensiamo le nostre perdite e prolunghiamo la vita." JEAN-ANTHELME BRILLAT-SAVARIN, Fisiologia del gusto o Meditazioni di gastronomia trascendente, Meditazione II, PP. 52-53.